"I libri pesano tanto, eppure chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole".
Luigi Pirandello "Il fu Mattia Pascal"

lunedì 20 ottobre 2014

la mia recensione del libro “Storie di vita rubata” di Rosa Mannetta, su www.ilsudest.it


Una sorta di romanzo che indaga e racconta, tramite diverse storie, quelle che sono le paure e le ferite della società attuale.
Una società segnata da una crisi economica e dalle sue ripercussioni sociali, con danni irreversibili: suicidi, prostituzione minorile , malattie, malagiustizia, violenza sulle donne, emigrazione, malattie. Conseguenze che si ripercuotono indistintamente su tutta la società, in varie forme e dimensioni.
Le brevi storie narrate, raccolgono testimonianze dei vari protagonisti, donne e uomini, di diverse generazioni, ognuno porta avanti la propria battaglia, dalla quale, purtroppo, quasi mai, ne escono vincitori.
Storie ambientate in diverse località italiane: Avellino, Benevento, Campobasso, Solofra, Roma, Siena, sino ad andare oltre il confine, arrivando a Parigi.
Un Paese, il nostro, visto con occhi realistici e descritto in maniera drammaticamente vera.
Diverse denunce, tra le quali quella fatta contro l’incuria e l’avvelenamento dell’aria che si respira e che giorno per giorno avvelena inesorabilmente, accrescendo sempre più spaventosamente il numero di tumori diagnosticati negli ultimi decenni. Tutto a causa di sporchi giochi economici e politici.
Disagi e problematiche che si ripercuotono sulla personalità degli individui, messa a durissima prova, fino al punto da renderli incapaci di ribellarsi alla loro condizione, e al loro stesso destino. Disagi individuali , che sono i disagi di un’intera epoca. Un’epoca di illusioni, di falsi ideali e stereotipi.
Un’epoca in cui, secondo l’autrice, Rosa Mannetta:
“Tutti cercano la vita nell’amore, la sola panacea del dolore”,
perché, in realtà, la crisi più drammatica è quella dei valori umani, l’indifferenza, l’odio.
Una lettura semplice per la forma, ma di forte impatto emotivo, che richiama a riflettere su quelle che sono le responsabilità individuali e collettive.
Il titolo, “Storie di vite rubate”. Il messaggio che trasmette è che di vita ne abbiamo una sola, se ce la rubassero, se ce la dissacrassero, bisognerebbe averne un’altra vita, un’altra possibilità, o perlomeno la forza di aggrapparsi alla propria, difendendone i diritti, la dignità, i sogni e le speranze.
Questo un bellissimo passo del libro:
“Vita. Una parola semplice. Una parola complicata. Una sola parola. Nessun’altra. Ma se…accanto a vita ci fosse altra? Un’altra vita. Un’altra vita. Un’altra storia. Un altro capo da cui iniziare. Un nastro da riavvolgere e da riascoltare. Una seconda possibilità. Soltanto un’altra vita. E se avessimo davvero un’altra vita…?”
Chiude il libro il “Dialogo con Morte”, di Francesco Arciuoli, un racconto allegorico, emozionante. Un dialogo tra la Morte e un uomo stanco della vita, delle sue sfide, delle sue delusioni, dei suoi fallimenti, e vorrebbe farla finita.
Ma ecco, proprio qui, un monito ad andare avanti e a non scoraggiarsi.

(a cura di ANGELICA LABIANCA)

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